Uno dei titoli internazionali del film è "Triple Irons" e si riferisce all'unica tecnica di attacco che Lei Li dovrà sferrare per uccidere il maestro corrotto: una tecnica alla cui attuabilità nemmeno il maestro credeva, ma che Lei Li riuscirà eroicamente a sfruttare pur con una mano sola, appunto la sinistra.
In America è conosciuto come "New One-Armed Swordsman", uno dei film della trilogia prodotta dagli Shaw Brothers.
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La compostezza classica del cinema di Truffaut non contempla l'inseguimento spettacolare della trama, ma un pedinamento minuzioso dei personaggi, colti nella loro umanità.
Citazioni
Un film rappresenta più o meno nove mesi di lavoro, che corrispondono ad una gravidanza, ora al cinema la quantità di informazioni e notizie che si trovano nel prodotto finito ha più o meno l'importanza di una pagina di giornale. Se uno scegliesse di far cinema perché ha qualcosa da dire sarebbe molto ingenuo, perché farebbe più in fretta a dirlo francamente in una conferenza o in un programma televisivo. Quindi uno non fa cinema perché ha delle cose da dire, ma perché ha qualcosa da mostrare al pubblico.
Per me un film deve "scorrere" come una musica, deve far pensare ad un concerto più che ad una serie di quadri di un museo. Penso che il cinema abbia molto a che vedere con la musica perché è un’arte della durata, per questo è ancora la musica che gli somiglia di più. I film che preferisco sono film «musicali», che danno cioè l’impressione di musicalità. come in un concerto, in un film si susseguono momenti meditativi, agitati, ci sono dei crescendo, il finale…
Fin da quando ero critico ho sempre pensato che i film sono destinati a tutti, non ho mai creduto che i film destinati a una élite siano migliori. Ho una concezione "popolare" del cinema, mi piace l'idea che della gente (senza preclusioni) si raduni in una sala buia; se poi un film non piace a tutti è un altro discorso. Quando filmo un sogno in un film faccio chiaramente vedere che si tratta di un sogno, non mi piace filmare delle inquadrature immaginarie presentandole come reali; non si deve giocare con la buona fede del pubblico, non voglio che la gente stia lì a scervellarsi sul significato nascosto di un'inquadratura, o sulla collocazione di una scena. Un film è come un discorso che si rivolge a della gente che attende nel buio di una «sala-chiesa»; questo discorso deve essere chiaro, avvincente, intrigante. Faccio dei film «pour intriguer et envoûter», per affascinare e stregare, non per "educare".
tratte da un libro-intervista di Aldo Tassone "Francois Truffaut, professione cinema"
Una spada come una penna, la difesa come l'arte della calligrafia; e di nuovo la spada/calligrafia come unione degli opposti (Spada spezzata e l'Imperatore). Al di là di letture simboliche in cui un semiologo del cinema potrebbe sguazzare, il film è un grande affresco, un trionfo dei cromatismi, un lungo e leggero duello: immagini pulite per il nostro sguardo troppo affetto da kaleidoscopici effetti cinetico-digitali. La grande visività delle immagini pone il film a livelli ben superiori rispetto a tanti altri visti negli ultimi anni: onore al direttore della luce sopra citato. Eppure oltre la perfezione formale sembra mancare un pò dell'anima che ci avrebbe resi ancor più meravigliati. I duelli sono molto naturali e coerenti con se stessi, mai veramente esagerati come potrebbero essere quelli di fabbrica occidentale. Ciò che però traspare in modo quasi evidente è una fotografia troppo "di superfice" decisamente senza luminosità, mai viva seppur i colori siano molto più che vivaci e potenti. Ad una prima visione sembra che le immagini si consumino subito dopo averle guardate, non si fa in tempo ad ammirarle che qualche attimo dopo si dissolvono come nell'aria, in quel vento che sorregge i protagonisti. Ecco, i colori si consumano e così anche il film. Una pellicola sul vuoto non temporale (perchè le varie versioni, le tre morti dei due amanti ne moltiplicano questa dimensione non vorrebbero renderlo lento), ma spaziale: immense panoramiche che solo il vento, con i sui pulviscoli fatti di frecce e foglie, può riempire; vanamente i personaggi riescono con il loro volteggiare (straordinario) a giocare con questo spazio immenso. L'imperatore fa svuotare il suo palazzo per poter meglio vedere i suoi avversari, e Senza Nome di storia in storia riduce sempre di più la sua distanza da lui. Ed è sempre Senza Nome ad aver scommesso tutta la sua vita (ma anche altre 3) per riempire con un portentoso ed eroico slancio i 10 passi che l'avrebbero separato dal suo obiettivo. 10 passi per una storia, un colpo mortale, una parola, per l'unione del popolo cinese. Alcuni hanno sottolineato una certa lentezza nel film, insolita ed erronea in un wuxia pian; personalmente ho trovato il ritmo in accordo col contenuto, non mi ha annoiato.