Una spada come una penna, la difesa come l'arte della calligrafia; e di nuovo la spada/calligrafia come unione degli opposti (Spada spezzata e l'Imperatore). Al di là di letture simboliche in cui un semiologo del cinema potrebbe sguazzare, il film è un grande affresco, un trionfo dei cromatismi, un lungo e leggero duello: immagini pulite per il nostro sguardo troppo affetto da kaleidoscopici effetti cinetico-digitali. La grande visività delle immagini pone il film a livelli ben superiori rispetto a tanti altri visti negli ultimi anni: onore al direttore della luce sopra citato. Eppure oltre la perfezione formale sembra mancare un pò dell'anima che ci avrebbe resi ancor più meravigliati. I duelli sono molto naturali e coerenti con se stessi, mai veramente esagerati come potrebbero essere quelli di fabbrica occidentale. Ciò che però traspare in modo quasi evidente è una fotografia troppo "di superfice" decisamente senza luminosità, mai viva seppur i colori siano molto più che vivaci e potenti. Ad una prima visione sembra che le immagini si consumino subito dopo averle guardate, non si fa in tempo ad ammirarle che qualche attimo dopo si dissolvono come nell'aria, in quel vento che sorregge i protagonisti. Ecco, i colori si consumano e così anche il film. Una pellicola sul vuoto non temporale (perchè le varie versioni, le tre morti dei due amanti ne moltiplicano questa dimensione non vorrebbero renderlo lento), ma spaziale: immense panoramiche che solo il vento, con i sui pulviscoli fatti di frecce e foglie, può riempire; vanamente i personaggi riescono con il loro volteggiare (straordinario) a giocare con questo spazio immenso. L'imperatore fa svuotare il suo palazzo per poter meglio vedere i suoi avversari, e Senza Nome di storia in storia riduce sempre di più la sua distanza da lui. Ed è sempre Senza Nome ad aver scommesso tutta la sua vita (ma anche altre 3) per riempire con un portentoso ed eroico slancio i 10 passi che l'avrebbero separato dal suo obiettivo. 10 passi per una storia, un colpo mortale, una parola, per l'unione del popolo cinese. Alcuni hanno sottolineato una certa lentezza nel film, insolita ed erronea in un wuxia pian; personalmente ho trovato il ritmo in accordo col contenuto, non mi ha annoiato.