videobrodaglia
1.6.05
  Lost in Translation
In attesa del suo prossimo film su Maria Antonietta, Sofia Coppola è ancora identificata con la sua lodatissima seconda pellicola, dal bel titolo e dalle premesse interessanti. È un film carino al punto giusto, curato e sentito ma talmente delicato da rischiare di perdersi in un rarefatto ricordo.
La giovane regista mette in scena l'incontro tra due diversi americani in un hotel di Tokyo: una ragazza lasciata sola dal marito fotografo e un attore in Giappone per uno spot, persi nel presente come anche in un futuro a cui si affidano senza troppe angosce, riusciranno ad unirsi brevemente sul sottile filo del bisogno di affetto.
La storia è la piacevole ma malinconica illusione di due giorni, in cui i protagonisti sconfiggono l'isolamento e la soffice solitudine dei sentimenti. Il bar, l'hotel, la città, il Paese sono le dimensioni invisibili e sovrapposte che non esistono più, prigioni che non hanno senso se non quello di farci percepire e riscoprire le relazioni umane.

Lost in Translation è un ottimo film perchè rende molto chiaro il senso di dispersione che caratterizza la post-modernità. L'ambiente dell'hotel non è claustrofobico, ma soffuso, ovattato, non opprime ma agisce indisturbante come uno sfondo virtuale. I due personaggi non possono che conoscere la città di Tokyo attraverso la sua stramba oggettistica e la buffa e mediocre televisione; ma solo apparentemente questa città è diversa dalle altre. Essa è solo un quartiere diverso o un nuovo appartamento dello stesso e unico villaggio globale, dunque niente di nuovo nemmeno tra le aspirazioni e i gusti della gente giapponese. La Coppola ha saputo centrare il discorso post-moderno sul non-luogo facendo emergere la purezza e la semplicità di una relazione fugace ma incisiva. La scena dell'imbarazzante discussione dei due americani sul letto è quella più rappresentativa del loro rapporto: presente e futuro incerti, entrambi non sanno che direzione far prendere alle loro azioni. Si vive il momento. L'ultima sequenza è invece quella più toccante: pochissime parole e un abbraccio tra la gente che non vuol sapere di essere freddo, vere e proprie particelle virtuali. In modo diverso, perchè più verbosa, la grande e anomala pellicola di Richard Linklater "Before Sunrise" mette in scena un simile romanticismo malinconico ma molto più deciso e rivoluzionario: stessa, o quasi, unità di tempo e di luogo, quella di Linklater fa accarezzare il rapporto intellettuale di due anime sconosciute ma aperte alla ricerca delle affinità. In questo film della Coppola, i due personaggi posseggono invece la facoltà primordiale di scoprire e lasciare un mondo: vederlo la prima e ultima volta.
Sentirsi fuori luogo, sproporzionati in un ambiente sconosciuto, inadatti a qualsiasi contatto con la realtà che fugge insieme alle certezze, Lost in Translation è una buona opera seconda su certi sentimenti quanto mai primordiali e attuali.

Al di là dell'adeguata interpretazione della Johansson e di quella più matura ed esplosiva di Murray (anche se in fin dei conti interpreta sempre se stesso...), il film si fa apprezzare ed è carino, ma a tratti pecca di una leggera esibizione di intellettualismo. Non che faccia male ad uno spettatore che desidera vedere una storia d'amore diversa dai soliti stereotipi, ma i personaggi possono risultare un pò fastidiosi rappresentando quella tipologia di persone che vivono nel lusso e manifestano cmq una certa insofferenza per la vita. Alcuni possono trovare questo aspetto più insopportabile di altri.

In ultimo, Lost in Translation è un film appartato che sa godere anche di una buona colonna sonora in sintonia con il minimalismo delle immagini: alcuni pezzi sono da possedere e ascoltare nei momenti di rilassamento mentale.
 
Comments:
lo confesso: prima di cinque minuti fa non conoscevo il tuo blog. E' molto curato e poi, a quanto pare, siamo concittadini. Bene.
 
Prima di tutto ti ringrazio per la visita.
Questo blog è linkato solo da murdamoviez e voulezvous perciò è un pò difficile arrivare da queste parti :-) Mi tengo un pò nella penombra col blog e con i commenti. Il tuo lo visito da qualche tempo e lo trovo interessante, però ancora non ho lasciato alcun commento.
Anche altri li tengo nella lista delle navigazioni cinefile, ma non li linko tutti.. per non essere scovato ;)

Un altro napoletano allora :-) Pare che ci sia un concittadino anche dalle parti del cinemasecondome :)

Ciao
 
Posta un commento



<< Home
portate un cucchiaio

Nome:
Località: Napoli, Italy
ARCHIVES
settembre 2004 / ottobre 2004 / novembre 2004 / gennaio 2005 / febbraio 2005 / marzo 2005 / aprile 2005 / maggio 2005 / giugno 2005 / luglio 2005 / agosto 2005 / settembre 2005 / ottobre 2005 / marzo 2006 / aprile 2006 / maggio 2006 /


Powered by Blogger