Broken FlowersDifficile parlare di un film umorale che va gustato e apprezzato come un caffè al bar (ovviamente seduti), un' immagine costruita proprio da Jarmusch in quel gran film a episodi che è Coffee and Cigarettes. Concettuale quello, maliconicamente ironico questo. Un'ironia che è cmq vagamente assorbibile se non si riescono a comprendere le espressioni minimaliste del volto con cui Bill Murray scolpisce le sue battute. Jim Jarmusch ci gioca dando al personaggio interpretato da Murray un nome che è tutto un passato di avventure, un archetipo che adesso sarebbe difficile da reggere: Don (Giovanni). Ecco così un film malinconico sulle conseguenze di un'avventura incosciente, insistendo sulla ricerca della madre (e non del figlio di cui si ritrova esser improvvisamente padre) tra le uniche quattro donne che non vede da venti anni. Per noi è un'occasione per ammirare attrici del calibro di Sharon Stone e Jessica Lange, ma anche Julie Delpy, che interpretano donne altrettanto sole e cmq bizzarre, stralunate; per Jarmusch è un modo per creare quattro episodi in cui far parlare persone lontane nel tempo e nello spazio, per imbrigliare in momenti di palpabile squisitezza l'essenza delle caotiche relazioni umane. Forse il film è lento, ma quanti altri diversi da questo vengono etichettati allo stesso modo? Broken Flowers è di sicuro una storia che non da soluzioni finali, lascia e toglie qualcosa, ma lo fa dando il giusto tempo ad ogni pensiero, ad ogni umore del protagonista. Peccato dunque considerarlo solo "lento". Di Broken Flowers conservo il rosa, colore di tutte le donne e di tutte le possibili avventure, le musiche, di un genere che non saprei definire, l'assenza di tempo come anche l'assenza di vento, la segretaria bionda della dottoressa Lange. Di Jarmusch porterei a casa i tavolini su cui poggiare il caffè e le conversazioni che ci girano attorni. Peccato che a distanza di qualche ora del film rimane solo un residuo ricordo piacevole.
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