videobrodaglia
13.9.05
  Les amantes reguliers
È una manna per chi a Venezia quest'anno non ci è andato. Fuori Orario in cambio di qualche migliaio di euro e prima della distribuzione nelle sale, riesce a regalare (anche se mezz'ora prima la programmazione ufficiale... ma tant'è, due miracoli insieme non si possono ottenere) uno straordinario bianco e nero, un grandioso effetto speciale che non è nostalgia ma autocritica, il ritorno al '68 parigino oggi, un'attimo dopo la contestazione e uno prima che tutto svanisca nel vuoto della delusione.

Pochissimi film si imprimono nella mente per la capacità di riuscire a trasudare la realtà dei pensieri, di tutto ciò che è sofferto e percepito. La bellezza del film di sicuro non è tutta nel saper raccontare come un sequel degli affetti il The Dreamers di Bertolucci, ma è anche nell'incredibile e raro talento di donare il senso di universalità e pienezza strabordante come pochi grandi racconti epici. L'impressione può essere quella di aver visto un Heimat di tre ore, senza che appaia come un suo trailer. Ed infatti Ghezzi nel presentare il film ha citato sia la gigantesca saga di Reitz che il lontanissimo Episodio III di Star Wars (punto di raccordo, ritorno ai conti del passato, sequel infinito...) contestualizzandolo, come se ce ne fosse bisogno, all'interno di grandi racconti intimistici attraverso cui passa la Storia.
Il fresco Leone d'Argento è attraversato da tre atti necessari: la contestazione, le conseguenze e la critica all'utopia, l' inevitabile individualismo. La prima parte non ammette altre forme che non siano oggettive e Vere: piani lunghi fissi sulla polizia e carrellate sui contestatori, parole pochissime, creando così un ambiente apocalittico fatto di suoni e sagome. Nella seconda il liet motiv di un pianoforte (che forse c'è), circonda i volti, sempre più vicini a noi, dei ragazzi che tra una fumata d'oppio, gli incontri determinanti alle feste, la fuga dal gendarme e poche/molte parole di autocritica rende tutto eterno. L'epoca delle poche parole è quella dell'inevitabile individualismo: amicizie che terminano, utopie fagocitate dalla realtà, l'amore che dà senso a tutto. La storia è sempre la stessa, ma è il modo in cui è raccontata che ci piace.
Garrel si destreggia tra il senso di amarezza, la consapevolezza di essere l'ultimo cinèfile di Francia a parlare di '68 e tutto il cinema che in 38 anni è stato fatto. E grazie a questo film riesce ad azzerare tutto il cinema della delusione ripartendo da quel preciso ultimo momento dell'utopia, con una personalissima e amara autocritica, che non è lapidaria. L'ultimo diventa uno dei primi.
Tante parole per dire che il film è bellissimo e che adesso solo un altro mi ritorna in mente, L'Atalante di Jean Vigo.
 
Comments:
cioe' sei uno dei pochi che e'riuscito a vedere TUTTO les amantes reguliers su rai3?!?
guarda che se l'hai registrato puoi vendere la videocassetta a peso d'oro!;-)
 
Visto tutto :) Ma non avevo la vhs. Purtroppo resto povero :)
 
Prima di Philippe Garrel avevo solo visto 'Non sento più la chitarra', film incredibile, visionario, nouvelle vague, che aveva vinto qualcosa sempre a venezia qualche
tempo prima.
Così anch'io quella sera ho registrato Les amantes
reguliers, tutto quanto; tutte e tre le ore.
Poi di seguito ho registrato e visto anche 'I baci di
soccorso' sempre di, e con, Philippe Garrel.
L'indomani sono corso a comprare il manifesto degli
amanti regolari.
Condivido il post, o come si chiama di zieg, ed aggiungo
le ultime parole, più o meno, che ha usato Enrico Ghezzi nel presentarlo: 'gli amanti regolari come tra la realtà
ed il cinema, un film che è il ritratto del cinema per l'amore, dell'amore e che è l'amore del cinema'.

P.s.: Io la vhs la ho, però già per me è oro puro.
 
Davvero fortunato :) Grazie per il lungo commento e per aver riportato anche quelle parole di ghezzi che ormai ho dimenticato :)
Non so quando hai lasciato il tuo commento perchè non c'è indicazione della data.. spero che ripasserai, semmai lasciando un commento tra i post più visibili così posso rispondere subito ;)

ciao
 
Io sono brasiliano e voglio commentare um puó il film les amants réguliers ma io non so parlare molto italiano...perdoname cosí!!! io trovato il film molto elegante, simile alla vernice, come un album a ritrato con imagines piena de suonos subtiles.Gradisco molto quando François ha incubo prati di Lilie
 
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