Fame chimicaPeriferia di Torino. Due amici: uno spaccia, l'altro lavora. Sono molto legati e amano la stessa donna. Due bravi ragazzi, nel significato letterale del termine, che non denunciano nè combattono nulla, si adeguano al proprio modo di vivere senza ricorrere a violenza e ad eccessi. Nonostante l'ambientazione e i ruoli, i registi Paolo Vari e Antonio Bocola non creano nulla di socialmente allarmante, fanno girare la storia attorno a dialoghi molto verosimili e a personaggi che non hanno bisogno di attori. Essenziale e convincente perchè sui problemi tra residenti e spacciatori extracomunitari e sulla tematica del lavoro precario non fanno pseudo-intellettualismi. Le periferie di solito sono intese come focolai e serbatoi di violenza, palchi dove si scontrano gli ultimi della società, ma in questo film dal bel titolo "Fame Chimica" si vuole illuminare con la concordia gli scontri tra le persone che abitano questi luoghi di lavoro, sopravvivenza e ozio. Sulla scena troviamo i due protagonisti sospesi tra i loro tranquilli ideali di amicizia e felicità, e l'implicito desiderio di fuggire da quella periferia, una fuga che non vuole nascondere niente. Ottime interpretazioni e una colonna sonora incredibilmente evocativa che unisce Little Tony a Zulù, passando per Ludovico Einaudi (bel pezzo "la linea scura") e Pino Daniele. Azzeccatissimo e memorabile l'intervento davanti alla macchina da presa dell'ex-99 Posse che come un coro greco commenta e rafforza con le sue canzoni lo spirito del film. In conclusione, la pellicola dimostra buone intenzioni, ciò in cui difetta è uno sguardo documentaristico troppo presente che non permette alla storia di presentarsi in modo solido rispetto al mediometraggio di cui è un'evoluzione.
¶ 3:17 PM
Comments:
ilfilm mi incuriosisce molto, ma penso di aver ormai definitivamente perso l'occasione per vederlo in sala.. :-(