videobrodaglia
19.7.05
  La felicità non costa niente
Argomento ozioso la felicità? No, semmai scomodo e a rischio di retorica; parlarne è come rompere un tabù non solo cinematografico e Mimmo Calopresti ha saputo dimostrare che lo si può fare senza scadere nella banalità e nella leziosità.

Egli interpreta un brillante architetto con una buona famiglia e una buona situazione economica che a seguito di un incidente inizia ad aprire gli occhi su quello che rappresenta il suo modo di vivere, le sue amicizie e gli affetti. Depressione, alcol e una fugace relazione extraconiugale lo portano a distaccarsi da sè quel giusto per poter scoprire con grande sorpresa che la felicità è nel tempo che può dedicare a suo figlio.
La semplicità della storia viene riempita da uno sguardo schietto e diretto, con una narrazione sicura e chiara: tutto il film è una voce, anzi la ricerca della propria voce interiore. Sussurra, urla e scaglia parole contro gli affetti, la religione, l'ipocrisia e il cinismo dei rapporti umani, per farci sbattere contro il vero senso della felicità. Quello di Calopresti è un cammino in una Roma fatta di monumenti, strade, spazi dove aiutare gli ultimi, in un provvisorio buio che accoglie e fa (re)incontrare persone che non possono restare sole troppo a lungo. La determinazione del protagonista nello scontrasi con se stesso (in uno slancio autodistruggente) e col resto del mondo, è una micro-rivoluzione che ha nel suo profondo il senso di colpa per aver causato indirettamente la morte di un suo operaio. Interpretato da un bravo Peppe Servillo (che firma insieme agli Avion Travel un'azzeccata colonna sonora.. la canzone nei titoli di coda non è affatto male), l'operaio diventa un fantasma con cui instaura un dialogo di filosofia e psicologia spiccia, dando così spessore ad un altro dei temi correlati a quello della felicità: l'opposizione tra ceto benestante e operaio.

In conclusione "La felicità non costa niente" è un film che si fa apprezzare perchè sa rappresentare uno stato d'animo inafferrabile, sa farci scoprire senza invadenza e con coraggio e determinazione la ricerca esistenziale di quei momenti sommersi da troppa superficialità. E non è poco.
 
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