Due parole per descrivere di che film si tratta: la storia originale della ricerca dell'originalità di una storia. Ma anche la drammatizzazione dell'esigenza ossessiva (o l'ossessione dell'esigenza) di trovare nella natura la causa scatenante del suo movimento, della sua evoluzione, del suo continuo adattamento... a se stessa. Spike Jones si inchina alla bizzarra originalità della persona e del genio dello sceneggiatore Charlie Kaufmann e realizza il film sulla scrittura (ma soprattutto del tentativo di scrittura) della stessa sceneggiatura: ne esce fuori un film pieno di parole, sensi e riflessioni assolutamente non pesanti, non filosofiche, sulla vita, la sua origine, la menzogna e chi più ne ha più ne metta. Charlie Kaufmann suo malgrado è un eroe del tormento interiore, della solitudine per sociopatia, ma anche l'eroe del genio che infine riuscirà a partorirsi fregandonese (come tutti i genii) delle regole del successo. L'interpretazione che dà Nicholas Cage (somigliante, volendo, anche a Depardieu, come da disposizioni!) dei due gemelli è ottima, Chirs Cooper e Meryl Streep sanno camuffarsi in qualcosa di veramente insolito: personaggi che, quasi allenianamente, escono fuori dalla sceneggiatura ed entrano nello schermo. La tesi del film di Kaufmann-Jones di lasciare da parte almeno per una volta il mutamento dei personaggi di(in) una storia per narrare l'essenza di un fiore (della natura), viene controprovata e fatta cadere dall'impossibilità del suo demiurgo di non farsi coinvolgere: è inevitabile che entri in essa donandole il movimento che le necessita. È la complementarità tra autore ed opera alla base della riflessione di Kaufmann-Jones. Non solo. Credo che la riflessione riguardi anche la necessità esistenziale di evitare di diventare i propri pensieri, non farsi coinvolgere troppo da essi tanto da restar chiuso in una trappola senza risposte giuste che permettano di uscire. Il personaggio dello scrittore è cmq la vera rappresentazione del demiurgo onnipotente perchè la sua capacità di oggettivare le proprie parole nella scrittura di una sceneggiatura e poi nelle immagini del film, riesce a tirarlo fuori dalla trappola in cui sarebbe potuto rimanere. Il suo potere è nell'inventare-illudere-mentire personaggi che siano i suoi alter ego (il gemello è il massimo che può concepire) in modo tale da riuscire ad avere una visione oggettiva, complessiva della sua creazione (non solo artistica ma anche e soprattutto cognitiva, psichica, etc...).
Pellicola originalissima per i suddetti motivi ma anche perchè mette furbamente in scena, in una storia apparentemente vuota, il messaggio più semplice possibile, quello di saper amare se stessi (nel senso più universale possibile).
¶ 5:46 PM
Comments:
mi è piaciuto forse più di malkovich ma forse quello era superiore...questo mi sembra che a metà inizi a perdere colpi per risollevarsi sul finale