ZatoichiQuel tic di un Takeshi prima o poi avrebbe realizzato un film talmente spassoso da farci dimenticare che stiamo vedendo un film chanbara, portandoci a (sor)ridere e a muoverci sulla sedia come se stessimo vedendo tutt'altro. E infatti Zatoichi non si prende mai sul serio, illudendo lo spettatore con rovesciamenti di ruolo e personaggi assurdo-cabarettistici, col balletto finale dei zucculilli: molto ben coreografato, un'esplosione di suoni dopo tanti tagli di striscio contro la carne praticati dall'enigmatico massaggiatore. That's entertainment. Il film è la personale e rispettosa reinterpretazione di Takeshi di un famoso (in Giappone) telefilm e dramma incentrato sulla figura del massaggiatore-ronin non vedente Zatoichi; riprende la storia, si colora i capelli con un innaturale (ma molto beat) biondo e sferra sciabolate che fanno schizzare zampilli di sangue molto CGI e molto più pulp di quello di Tarantino. È una parodia del genere (super)eroico e del genere wuxia (la lezione di spada con i tre "allievi" è troppo divertente... molto di più di quella in Kung Pow) , ma anche una piccola ma riuscita riflessione sul fallace senso della vista: se non puoi (vuoi) vedere dovrai ascoltare meglio, ma anche se sgrani gli occhi non è detto che riuscirai a vedere tutto. In entrambi i casi l'ascolto resta il senso più affidabile, la fonte del vedere. La coreografia finale si rivela perciò una danza di suoni più che di corpi, e la spada e altre armi sono gli strumenti musicali che hanno suonato durante tutto il film. Il femofotogramma finale è memorabile quanto la scena iniziale di Hana-Bi: straordinario Takeshi.
¶ 9:48 AM
Comments:
bella questa tua riflessione sul sentire come senso primario,molto acuta.. ma anche l'occhio e' appagato da questo film: mi ricordo ancora la sfavillante bellezza dei kimoni
Tnx! Se ti sono piaciuti i kimoni di in questo film, quelli di Dolls come li consideri? :) ...e dire che a Takeshi Kitano pare che le tradizioni giapponesi non interessino molto :-O