Il film, in quanto quadro in movimento, ci permette di toccare il tratto di Vermeer al prezzo di far solo sfiorare i suoi personaggi col tatto e le poche parole. E a ben vedere è proprio il tatto il senso più sviluppato dai due uomini sulla ragazza. La metafora sessuale, così, è al centro di gran parte della storia: lo stupro è la sua forma più evidente. Il buco nell'orecchio necessario per ricavare l'ombra dell'orecchino di perla sul collo è il prezzo che qualcuno deve pagare per soddisfare il piacere della ricchezza. Metafora sessuale esplicita anche quando Vermeer chiede alla ragazza Griet di inumidire le labbra, di togliersi il copricapo bianco per osservare meglio il volto pallido, facendole così scoprire la parte del corpo più intima, i capelli.