videobrodaglia
2.5.05
  Il coltello nell'acqua
In una qualsiasi domenica d'agosto la tensione prende corpo nel gioco perverso di due uomini, nello scontro delle loro personalità, in apparenza opposte, a bordo di una barca in alto mare.
La storia si articola e cammina su un gioco precario di forze opposte e a somma zero che tracciano una tensione quasi sempre palpabile, galleggiante sull'acqua, mai scoposta e squilibrata. Il bianco e nero azzera totalmente i magnifici colori di una giornata di sole in alto mare, restituendo un senso inquietante e primordiale di contrasto che proviene dall'ambiguità di ciò che accoglie e ciò che è accolto.


Il coltello nell'acqua è la sintesi di tutto ciò che possiamo riunire sotto la definizione di thriller degli istinti: la carica (omo)erotica e il pericolo sempre affacciato sulla sua rottura, il gioco infantile della sfida fine a se stessa. Per quasi tutta la durata del film pare che la donna non abbia alcun ruolo rilevante nella storia, eppure è proprio lei che muove tacitamente i fili delle pulsioni. Rimane in silenzio senza intervenire concretamente su ciò che avviene a bordo della barca tra i due uomini; solo alla fine saprà giocare la sua carta con un atteggiamento quasi mostruoso elevandosi al di sopra delle finalità maschili. Il giovane è un pò il depositario del comportamento istintivo del cacciatore (una animale di terra, eretto, evoluto), mentre l'adulto nella sua arroganza e supponenza è il depositario di paure ancestrali, del primitivo, un animale d'acqua, l'uomo delle palafitte che si erge quel tanto per non annegare, restando nella suo falso movimento, nella staticità antropologica. Il primo sa usare la parola come uno strumento di difesa (finge) e ha capacità di adattamento; il secondo è incolto (nonostante sia un giornalista) e attacca con le parole per non difendersi. La donna è invece il nuovo animale, un anello di congiunzione, ma anche una mutante.
Questo primo film di Roman Polanski del '62 si fa apprezzare per l'abilità dei movimenti di macchina sulla barca e nell'acqua: primissimi piani e profondità di campo inquietanti si uniscono ad un uso umido e asciutto della luce e di suoni che bucano lo schermo. Polanski però non riesce a sostenere la tensione per tutto il film. Ci si annoia un pò quando i tre giocano a shangai all'interno della barca: una sequenza troppo lunga.

Il coltello nell'acqua è un film astratto, essenziale (forse minimalista o modernista), è il gioco del coltello e della mano, della tensione latente e dell'ambiguità.
 
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