Provaci ancora, SamScritto da Woody Allen, ma diretto da Herbert Ross, questo film anche se ha un target ben preciso non disdegna di essere una storia che si rivolge a chi ha avuto problemi con le donne e con la propria insicurezza come grosso motivo di impaccio per conoscerle: ok, praticamente tutti. C'è chi non vuole affatto avvicinarsi ad alcun film di Woody Allen per pregiudizi di vari tipi, e in realtà non capisco perchè non si debbano vederli se possiamo trovare in essi, se non proprio una terapia, almeno un sostegno morale e soprattutto ironico alle insicurezze. Si, Allen, gira e rigira, si ritrova sempre ad affrontare sullo schermo le sue tragicomiche nevrosi di sincero-cinico essere umano e può darci l'impressione che più che curarsi e curarci, tiri invece dalla parte sbagliata dell'inconscio favorendo l'emergere di molti più dubbi e problemi di quanti non ne avessimo già; però lui più che porci di fronte a uno specchio, ci avvicina a sè, permettendoci di osservarlo come se fosse la cavia che si sottopone per noi, come quando in Zelig, l'omonimo camaleonte umano viene analizzato dalla psichiatra Mia Farrow e da una cinepresa nemmeno tanto nascosta nè a noi, nè a lui, nè al nostro inconscio. "Play it again, Sam" non fa che dire che nessuno deve lasciarsi sovrastare, sommergere, sconfiggere dai problemi, i dubbi e le situazioni che noi stessi ci creiamo: il rapporto con le donne và preso senza troppi ripensamenti, approfittando delle occasioni, quelle le uniche che non bisogna lasciarsi sfuggire. Il messaggio non poteva che essere più semplice di questo, eppure quanti hanno sempre bisogno di ricordarsi di non soffrire (di) se stessi? Woody Allen è straordinario perchè, se è vero che rimescola sempre nelle storie, le sue proverbiali comuni nevrosi della contemporaneità, non analizza ma ride e ci fa (sor)ridere sempre con intelligenza e arguzia di dialoghi, di personaggi, di citazioni cinematografiche e letterarie (ma non solo). Il cinema è sempre (o quasi) un'esperienza: quello di Woody Allen può risultare utile anche perchè è un concentrato di battute, aforismi da riutilizzare e ripensare. E poi Humphrey Bogart che consiglia come un severo amico l'insicuro Woody sul rude comportamento che deve avere con le donne, è davvero spassoso; i telefoni che squillano quando non dovrebbero farlo; il direttore d'agenzia immobiliare Dick che non fa altro che avvisare la segretaria dove può trovarlo in quel momento comunicandole un'infinita sfilza di numeri di telefono (per lui il cellulare sarebbe un pianeta da conquistare!); le parodie cinematografiche (il bagno di Dick quasi su tutti). Da vedere. Il gioco tra vita reale, vita cinematografica, cinefila, tormentata, insicura, patologica pare non aver fine, non sembra esserci un confine, un sostegno o quant'altro. Brillante!
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