videobrodaglia
17.4.05
  Non ti muovere
I personaggi interpretati da Sergio Castellitto non mi appartengono: li vedo così profondamente ciechi ed egoisti che non riesco a convincermi della loro maturazione finale. Quell'espressività così dura, fredda e distaccata (bravo e preciso in questo) basta a se stessa, come se non ci fosse bisogno delle parole. Non sentirlo non significa non apprezzarlo, è bravo e non metto in dubbio che possa realmente essere un "nuovo Mastroianni", per quanto possa valere qui in Italia questa onorificenza americana.
Due ruoli memorabili per il Castellitto cinematografico: è l'artista ateo che dovrà confrontarsi con la santità della madre ne L'ora di religione, qui è invece un medico bloccato dalla propria sofferenza per un amore istintivo e profondo: gli uomini fanno i conti con la loro natura di stronzi e arroganti e si scoprono testimonianza di una fede che non credevano possibile. Non è tutto così liscio perchè a farci le spese sono le donne, vere creature mirabili, portatrici dell'autentica sofferenza di un mondo senza senso. Penelope Cruz ha fatto uno sforzo disumano nel sottoporsi a scene tanto morbose e allo sguardo chirurgico e malato del regista, attore e scrittore Castellitto. Questo copione così violentemente mistico l'ha trasformata più quanto il trucco abbia fatto per la Theron in Monster.
Non ti muovere mette in scena la proiezione del vuoto affettivo. Nello spazio della personalità del protagonista la sottrazione di un bisogno e l'accumulo degli umori non giusti, creano la sospensione e l'immobilità nel trauma di sè. L'immobilità che scaturisce dall'imperativo che il protagonista rivolge a se stesso , è il peso del bisogno incomprensibile che lo schiaccia, invade se e gli altri come un'istinto passionale e come il sangue che straripa dal proprio solco.
La bellezza di questo film è per me, prima di tutto, nella capacità di rendere una storia così personale un buon esempio italiano di equilibrio espressivo, perchè è solida e dura in egual misura, e poi perchè mi ha catturato nonostante sia un melodramma borghese, sottogenere che non mi interessa.
 
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