The AbyssQuesto film di James Cameron dell' '89 lo ricordavo soprattutto per il rivoluzionario morphing del serpentone d'acqua; vedendolo per la prima volta adesso The Abyss presenta molto di più, una buona storia e una direzione delle scene d'azione che non risente del passare del tempo.
James Cameron ha trovato nell'acqua l'ambiente giusto, ancora non sufficientemente narrativizzato all'epoca, per dare vita a una visione che ricorda di sicuro "Incontri ravvicinati" per l'approccio e per il senso dell'alieno, ma anche "2001" per quanto riguarda il viaggio verso uno stato di coscienza altro dell'uomo. Le tre ore circa del film non si avvertono per quasi tutto il tempo di visione. Solo l'inizio, con l' entrata in scena dei personaggi, può risultare poco interessante, ma solo perchè oggi ne possiamo ricevere una sensazione di deja vu. The Abyss presenta molti elementi cari al cinema di Cameron, di quello precedente e di quello che verrà: i riferimenti di scenografia e di personaggi ad "Aliens" sono lampanti, per esempio. Un film assolutamente godibile anche per le scene d'azione in gran parte subacquee che dimostrano una notevole dimestichezza di Cameron nel muovere la macchina da presa anche in condizioni non facili. Egli è sicuramente l'unico che, con questo film e il ben più famoso "Titanic", ha saputo fare dello spazio oceanico un luogo in cui cercare, trovare e mettere alla prova l'evoluzione e il comportamento dell'uomo sia in senso tecnologico che solo individuale. Nonostante la visione d'insieme che il film ci offre non sia che positiva, rappresentare però per l'ennesima volta la contrapposizione storica tra l'Occidente americano e la Russia restituisce l'unica nota un pò datata della storia. The Abyss visto oggi è, come già o detto, un prodotto godibilissimo, coeso e interessante anche per le interpretazioni della coppia Ed Harris-Mary Elizabeth Mastrantonio e affascinante per il senso fantastico simile a quello spielberghiano. La visionarietà del finale è infatti del miglior Spielberg, ma l'uso della musica lascia un pò a desiderare. Alan Silvestri lascia la sua impronta nella prima metà del film con l'impiego di strumenti molto simile a "Ritorno al Futuro", per poi accompagnare la restante parte con sonorità appena percettibili (lasciando l'effetto di suspance al montaggio) e con cori limpidi e impalpabili simili (ma senza mai raggiungerli) a quelli di "Incontri ravvicinati", prendendo un pò dallo stile williamsiano. È da notare però l'assenza coraggiosa di musica nella sequenza del drammatico salvataggio della Mastrantonio.
Un film come The Abyss visto per la prima volta oggi non fa che ritornare alla mente un modo di concepire e realizzare film diverso da quello attuale, e mi riferisco alle grandi produzioni, e fa molto piacere scoprire film del genere.
¶ 1:57 PM